All Posts By

ufficistampanazionali

Madri lavoratrici, come applicare l’esonero contributivo

By | Approfondimenti | No Comments

In via sperimentale, soltanto per il 2024, possono beneficiare dell’agevolazione anche le mamme con due figli il più piccolo dei quali non ha superato i 10 anni di età

Roma 2 feb 2024 – La legge di bilancio 2024 ha esonerato le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato, esclusi i rapporti di lavoro domestico, con tre figli o più, dal pagamento dei contributi previdenziali per il periodo 1°gennaio 2024-31 dicembre 2026, nel limite massimo annuo di 3mila euro. Con la circolare  del 31 gennaio 2024, l’Inps detta le istruzioni operative e contabili per l’applicazione dell’agevolazione fornendo anche numerosi esempi esemplificativi di ipotesi specifiche.
L’agevolazione riconosciuta dall’articolo 1, comma 180, della legge n. 213/2023, prevede, in particolare, l’esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali dovuti per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti fino al mese di compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, nel limite massimo annuo di 3mila euro riparametrato su base mensile.
Il successivo comma 181 estende la misura, in via sperimentale, per il 2024, anche alle lavoratrici madri di due figli, fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo.

L’esonero, precisa la circolare, è applicabile, oltre che ai contratti già attivi, anche per i rapporti di lavoro che saranno instaurati nel periodo di vigenza del beneficio.

Per usufruire del taglio contributivo, il figlio più piccolo non deve avere superato i 18 anni di età (o 10 anni in caso di due figli), la dispensa dal pagamento dei contributi, tuttavia, non decade in caso di premorienza di uno o più figli o dell’eventuale fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare o, ancora, nelle ipotesi di non convivenza di uno dei figli o di affidamento esclusivo al padre.

Le soglie massime di esonero, precisa l’Inps, devono ritenersi valide anche nelle ipotesi di rapporti di lavoro part-time.

Per quanto riguarda il periodo di applicazione, nel caso in cui la lavoratrice madre, alla data del 1° gennaio 2024, risulti già essere madre di tre o più figli, l’esonero prende il via da tale data, se invece il requisito si perfeziona in un momento successivo, l’agevolazione parte dal mese della nascita del terzo figlio.
Stessa ratio per la mamma di due figli,

Le lavoratrici che decidono di usufruire del beneficio possono informare il datore di lavoro della loro intenzione, comunicandogli anche il numero dei figli e i rispettivi codici fiscali.
In alternativa, la mamma può comunicare direttamente all’Istituto le informazioni relative ai codici fiscali dei figli tramite l’apposito applicativo web disponibile sul portale dell’Inps di cui l’ente renderà nota l’attivazione.

Artigianato a Roma, Lamberto Mattei: “agire e tutelare produzione tipica”

By | Approfondimenti | No Comments

Roma – Nella trasmissione televisiva su Teleroma2 (Istituzioni e cittadini su youtube)  andata in onda ieri e visualizzabile in streaming cliccando qui,  il dottore commercialista Lamberto Mattei, presidente di Confimprese Roma, ha affrontato il delicato tema dell’artigianato a Roma. Con passione e consapevolezza, Mattei ha sottolineato l’importanza di recuperare e valorizzare il settore artigianale, considerandolo un patrimonio ricco di storia, tradizione ed un fondamentale motore per l’occupazione.

L’analisi dell’importanza del lavoro creativo artigiano:

Lamberto Mattei ha messo in luce l’importanza del lavoro creativo artigiano, evidenziando come le botteghe tradizionali stiano lentamente scomparendo. Ha sottolineato che queste botteghe non sono solo luoghi di produzione, ma veri e propri custodi di antiche tecniche e mestieri che costituiscono il tessuto culturale e storico della città di Roma.

Il presidente di Confimprese Roma ha ribadito ha posto l’attenzione sul settore che deve essere visto non solo come  attività economica, ma ch costituisce bensì un valore intrinseco che contribuisce alla costruzione dell’identità locale. “Le abilità artigianali tramandate di generazione in generazione – ha affermato – rappresentano un legame tangibile con il passato e contribuiscono a definire la peculiarità di una comunità.

La scomparsa delle botteghe tradizionali:

Mattei ha evidenziato con preoccupazione il progressivo declino delle botteghe tradizionali a Roma. L’urbanizzazione crescente, la concorrenza di produzioni industriali e la mancanza di incentivi mirati stanno contribuendo alla chiusura di molte di queste attività. Questa perdita non riguarda solo l’economia, ma anche il tessuto sociale e culturale della città.

Serve impegno per progetti ed incentivi di settore:

Mattei nel corso d programma ha enfatizzato la necessità di un impegno concreto per preservare e rilanciare l’artigianato a Roma. Ha sottolineato l’importanza di progetti volti a supportare le botteghe tradizionali, promuovendo la formazione delle nuove generazioni e offrendo incentivi economici per garantire la sopravvivenza di queste attività.

Inoltre, ha suggerito la’emanazione di leggi e politiche di incentivi fiascali eprogrammi di finanziamento dedicati. Un dialogo costante tra istituzioni, imprenditori e artigiani potrebbe portare a soluzioni concrete per preservare il ricco patrimonio artigianale di Roma.

 

2024, Lamberto Mattei: “serve maggiore impegno per la tutela di piccole e medie imprese”

By | Approfondimenti | No Comments

Roma – Inizia un nuovo anno e c’è molta apprensione per il futuro delle piccole e medie imprese. A tal proposito Uffici Stampa Nazionali ha intervistato il dott. Lamberto Mattei, da sempre impegnato a tutto campo su questo fronte, ecco l’intervista:

D. Buongiorno, Dott. Mattei. Grazie per essere qui con noi oggi. Per iniziare, vorremmo sentire la sua opinione riguardo al panorama economico attuale per le piccole e medie imprese nel 2024.

Dott. Mattei: Riguardo al panorama economico, posso dire che le PMI svolgono un ruolo cruciale nell’attuale contesto. Tuttavia, è necessario un maggiore impegno per la loro tutela.

D.: Può approfondire il concetto di “maggiore impegno”?

Dott. Mattei: Certamente. Le PMI sono il motore dell’economia e, per garantire la loro crescita, è fondamentale un costante monitoraggio e un impegno continuativo da parte delle istituzioni. In particolare, vedo la necessità di norme più snelle che possano essere un reale supporto alle aziende. La burocrazia spesso rallenta l’operatività delle imprese, e norme più flessibili favorirebbero la loro agilità.

D.: Come potrebbero essere implementate queste norme più snelle?

Dott. Mattei: Un approccio potrebbe essere semplificare i processi amministrativi, ridurre gli oneri fiscali e semplificare le procedure di accesso al credito. Inoltre, si potrebbe considerare l’introduzione di incentivi per la formazione e l’innovazione all’interno delle PMI.

D.: Lei ha menzionato l’importanza del monitoraggio costante. In che modo questo può essere realizzato?

Dott. Mattei: Un sistema di monitoraggio costante potrebbe essere implementato attraverso la collaborazione tra le istituzioni, gli enti di controllo e gli stessi professionisti, come i commercialisti. La condivisione tempestiva di dati e informazioni permetterebbe di individuare eventuali criticità in modo rapido, permettendo interventi mirati.

D.: Qual è il legame tra la crescita delle aziende e la generazione di produttività ed occupazione?

Dott. Mattei: Quando le PMI crescono, investono in nuovi progetti, assumono più personale e contribuiscono all’innovazione. Ciò si traduce in un aumento della produttività complessiva del sistema economico e, di conseguenza, in un incremento delle opportunità di occupazione.

D.: Infine, quali sono le sue previsioni per il futuro delle PMI nel contesto economico del 2024?

Dott. Mattei: Sono ottimista sulle prospettive delle PMI, ma è essenziale che vengano adottate misure concrete per supportarle. Con norme più snelle, incentivi all’innovazione e una maggiore collaborazione tra le parti interessate, credo che le PMI possano svolgere un ruolo ancora più significativo nello sviluppo economico.

Il dott. Lamberto Mattei iscritto negli elenchi ufficiali dei revisori dei conti per gli enti pubblici

By | Economia e finanza | No Comments

ROMA – Il Dottore commercialista Lamberto Mattei è stato iscritto  negli elenchi dei revisori dei conti degli enti locali presso il Ministero dell’interno Dipartimento per gli affari Interni e Territoriali Direzione Centrale per la Finanza Locale. L’efficacia di tale provvedimento è dal 1 gennaio 2024.

In una intervista di inizio anno di Uffici Stampa Nazionali, Mattei ha sottolineato l’importanza crescente della parte tecnica della revisione contabile nella vita degli enti pubblici, con particolare attenzione al patto di stabilità interno e al rispetto di ogni parametro imposto dalla legge. La sua figura, in qualità di revisore, assume un ruolo fondamentale nel garantire la corretta gestione finanziaria degli enti locali.

“La struttura finanziaria di un ente pubblico – spiega è il pilastro su cui poggia l’efficienza e la sostenibilità delle sue attività. Le risorse finanziarie devono essere impiegate in modo oculato e in linea con le normative vigenti. Oggi più che mai dunque  in un contesto in cui la trasparenza e l’integrità sono valori chiave nella gestione pubblica, il ruolo del revisore dei conti è cruciale. La revisione contabile non è solo un esercizio formale, ma un meccanismo vitale per identificare e correggere potenziali irregolarità finanziarie, garantendo al contempo che gli enti locali siano in grado di adempiere ai loro obblighi finanziari.”

Il patto di stabilità interno, in particolare, rappresenta una sfida significativa. Mattei evidenzia come la sua attività di revisione si concentri sull’analisi approfondita delle finanze pubbliche, cercando di individuare soluzioni che permettano agli enti locali di rispettare i vincoli finanziari imposti dal patto, senza compromettere la qualità dei servizi erogati ai cittadini.

 

Imposta di soggiorno, Lamberto Mattei: “note critiche sull’attività di accertamento”

By | News | No Comments
ROMA 30 DIC 2023 – L’attività di accertamento in materia di Imposta di soggiorno, sebbene faccia rimando alla generale disciplina in materia di accertamento delle imposte sui redditi, presenta talune peculiarità che derivano dalla sovrapposizione degli adempimenti comunicativi che i soggetti titolari delle strutture ricettive devono indirizzare sia al Ministero dell’Interno per finalità di pubblica sicurezza, sia al competente ente locale per gli scopi impositivi in materia di soggiorno. Ne deriva che l’automatico utilizzo per finalità impositive dei dati di pubblica sicurezza, ingenerando la violazione di molteplici diritti del contribuente, determina la nullità degli atti di accertamento eventualmente emessi.

 

PREMESSA

L’art. 4 del D.lgs. 14 marzo 2011, n. 23, prevede che i Comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte possono istituire, con deliberazione del consiglio, un’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio, da applicare, secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo, sino a 5 euro per notte di soggiorno. Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.

La stessa disposizione al comma 1-bis stabilisce altresì che nei Comuni capoluogo di provincia che, in base all’ultima rilevazione resa disponibile da parte delle amministrazioni pubbliche competenti per la raccolta e l’elaborazione di dati statistici, abbiano avuto presenze turistiche in numero venti volte superiore a quello dei residenti, l’imposta di soggiorno può essere applicata fino all’importo massimo previsto per il contributo di soggiorno di Roma Capitale di cui all’art. 14, comma 16, lett. e), del D.l. 31 maggio 2010, n. 78.

Soggetto passivo dell’imposta è chi (non residente) pernotta nelle strutture specificamente individuate situate nel territorio del Comune impositore. L’imposta di soggiorno è applicata per persona sulla base delle tariffe e del numero dei pernottamenti espressamente previsti da ciascun ente, fermi restando i casi di esenzione e limitazione dal pagamento previsti dai singoli regolamenti applicativi che generalmente concernono i minori, i soggetti che necessitano di cure e assistenza medica, gli autisti di pullman e accompagnatori turistici, il personale delle forze di polizia che pernotta per lo svolgimento di attività di pubblica sicurezza, lo stesso personale della struttura ricettiva, i soggetti che si trovano in particolari situazioni di emergenza sociale e ai volontari impiegati in tali circostanze, nonché alle persone con disabilità grave.

L’imposta è applicata per singola persona in base al numero dei pernottamenti effettivi. Conseguentemente, possono essere previste delle limitazioni in caso di persone che pernottano nel Comune, anche in modo non continuativo, per periodi prolungati di tempo, contrattualmente prefissati, per frequentare corsi di studio che siano attestati nelle caratteristiche e nella durata dalle rispettive università o enti di formazione, accreditati presso gli enti territoriali, ovvero per ragioni dovute al loro lavoro, dichiarate e documentabili.

Come noto, poi, l’imposta di soggiorno va modulata in base alla tipologia della struttura ricettiva e non è comunque applicabile per chi usufruisce di camere a ore, cd. day use (vgs. Consiglio di Stato, sent. n. 1614/2019). Ne deriva che l’applicazione dell’imposta di soggiorno anche per chi usufruisce di camere cc.dd. day-use, ossia solo per alcune ore della giornata, si rileva in contrasto con l’art. 4 del D.lgs. n. 23/2011, essendo chiaro il riferimento alla durata dell’ospitalità «per notte di soggiorno».

 

ADEMPIMENTI, ACCERTAMENTI E SANZIONI IN MATERIA D’IMPOSTA DI SOGGIORNO

Le norme recate dall’art. 4 del D.lgs. n. 23/2011 precisano che il gestore della struttura ricettiva è responsabile non solo del pagamento dell’imposta e del contributo di soggiorno, con diritto di rivalsa sui soggetti passivi, ma anche della presentazione della dichiarazione.

La disposizione prevede anche che per l’omessa o infedele presentazione della dichiarazione da parte del responsabile si applica la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma dal 100 al 200 % dell’importo dovuto.

Per l’omesso, ritardato o parziale versamento dell’imposta di soggiorno e del contributo di soggiorno si applica la sanzione amministrativa di cui all’art. 13 del D. Lgs. 18 dicembre 1997, n. 471.

Assume rilievo, poi, in relazione a quanto ci occupa, la norma di cui all’art. 4 del D.l. 24 aprile 2017, n. 50, che disciplina le cosiddette locazioni brevi, vale a dire i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni, ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare.

In particolare, il comma 5-ter del medesimo art. 4, contempla una disposizione analoga a quella prevista dal comma 1-ter dell’art. 4 del D.lgs. n. 23 del 2011, secondo cui il soggetto il quale incassa il canone o il corrispettivo, ovvero che interviene nel pagamento dei predetti canoni o corrispettivi, è responsabile anch’esso non solo del pagamento dell’imposta di soggiorno e del contributo di soggiorno, con diritto di rivalsa sui soggetti passivi, ma anche della presentazione della dichiarazione.

Tema del tutto diverso, ma indirettamente correlato a quello in esame, è quello degli obblighi di comunicazione in materia di pubblica sicurezza in capo ai titolari di qualsiasi struttura ricettiva che sono imposti, come noto, dall’art. 109 TULPS, secondo cui: “1. I gestori di esercizi alberghieri e di altre strutture ricettive, comprese quelle che forniscono alloggio in tende, roulotte, nonché i proprietari o gestori di case e di appartamenti per vacanze e gli affittacamere, ivi compresi i gestori di strutture di accoglienza non convenzionali, ad eccezione dei rifugi alpini inclusi in apposito elenco istituito dalla regione o dalla provincia autonoma, possono dare alloggio esclusivamente a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo ad attestarne l’identità secondo le norme vigenti. 2. Per gli stranieri extracomunitari è sufficiente l’esibizione del passaporto o di altro documento che sia considerato ad esso equivalente in forza di accordi internazionali, purché munito della fotografia del titolare. 3. Entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo, i soggetti di cui al comma 1 comunicano alle questure territorialmente competenti, avvalendosi di mezzi informatici o telematici o mediante fax, le generalità delle persone alloggiate, secondo modalità stabilite con decreto del Ministro dell’interno, sentito il Garante per la protezione dei dati personali.”.

Ai sensi dell’art. 1, comma 161, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, poi, gli enti locali, relativamente ai tributi di propria competenza, procedono alla rettifica delle dichiarazioni incomplete o infedeli o dei parziali o ritardati versamenti, nonché all’accertamento d’ufficio delle omesse dichiarazioni o degli omessi versamenti, notificando al contribuente, anche a mezzo posta con raccomandata con avviso di ricevimento, un apposito avviso motivato.

In tali casi, gli avvisi di accertamento in rettifica e d’ufficio devono essere notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento sono stati o avrebbero dovuto essere effettuati. Entro gli stessi termini devono essere contestate o irrogate le sanzioni amministrative tributarie secondo il procedimento stabilito negli artt. 16 e 17 del D.lgs. 18 dicembre 1997, n. 472.

In tale contesto si colloca, inoltre, il D.M. 11 novembre 2020 che ha individuato i criteri, i termini e le modalità per la fornitura da parte del Ministero dell’interno, in favore dell’Agenzia delle entrate, dei dati risultanti dalle comunicazioni prodotte dai gestori di strutture ricettive e dei proprietari o gestori di case e appartamenti, per finalità di pubblica sicurezza, di cui all’art. 109, comma 3, del TULPS.

In particolare, tale provvedimento ha stabilito che i dati sono resi disponibili dal Ministero dell’interno, in forma anonima e aggregata per ogni struttura, all’Agenzia delle entrate, che li rende disponibili ai Comuni che hanno istituito l’imposta di soggiorno, di cui all’art. 4, del D.lgs. n. 23/2011, o il contributo di soggiorno, di cui all’art. 14, comma 16, lett. e), del D.l. n. 78/2010, previsto per Roma Capitale.

Secondo l’art. 1 di tale provvedimento, l’Agenzia delle entrate utilizza i dati, unitamente a quelli trasmessi dai soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare ai sensi dell’art. 4, commi 4 e 5, del D.l. n. 50/2017, ai fini dell’analisi del rischio relativamente alla correttezza degli adempimenti fiscali mentre “I comuni utilizzano i dati ricevuti ai fini di monitoraggio e per lo svolgimento dell’attività di accertamento.”.

 

CRITICITÀ CONNESSE ALLO SVILUPPO DEGLI ACCERTAMENTI IN MATERIA

Come sopra ricostruito il Legislatore ha imposto precisi vincoli di utilizzo dei dati di pubblica sicurezza relativi agli alloggiati che, per ragioni di privacy, devono peraltro essere trattati con le cautele di cui al Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016 (cd. GDPR).

Orbene, sebbene il D.M. 11 novembre 2020 abbia consentito, come visto, la possibilità di utilizzo da parte dei Comuni di tali dati ai fini degli accertamenti di cui all’imposta di soggiorno, ha espressamente sancito che la messa a disposizione di tali dati in favore dell’Agenzia delle entrate debba avvenire in forma anonima!

Emerge in maniera lampante, quindi, come tali dati non possano essere oggetto di utilizzo diretto ai fini dell’accertamento data, in particolare, la circostanza che gli stessi contengono – in adempimento delle disposizioni dettate in materia di pubblica sicurezza e antiterrorismo – dati ed elementi riferiti a tutti gli alloggiati indistintamente considerati e, dunque, senza alcuna esclusione riferita a quei soggetti che, secondo la disciplina tributaria e i vari regolamenti applicativi, non sono soggetti a tale imposizione (es. residenti, day use, personale delle forze dell’ordine, minori, ec…).

Ne deriva necessariamente che, per essere utilizzati, in sede accertativa, quindi, l’ente impositore è tenuto ad avviare uno specifico confronto preventivo con il titolare della struttura ai fini del rispetto del principio del contraddittorio.

L’utilizzo per tabulas di detti dati, infatti, data la loro caratteristica di anonimità, sarebbe in grado di determinare, tra l’altro, un grave nocumento al diritto di difesa del contribuente come garantito dall’art. 24 della Costituzione, data la circostanza che, al fine di fornire la prova difensiva, lo stesso non potrebbe nemmeno allegare le schede relative alla comunicazione degli alloggiati per le finalità di pubblica sicurezza che, ad evidenza, contengono informazioni anagrafiche tutelate dalla disciplina sulla privacy di cui al GDPR e al Codice della privacy di cui al D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196.

Presupposto del Contributo è, infatti, il pernottamento di persone (non residenti nel territorio del Comune impositore) nelle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere, negli alloggi per uso turistico individuati dalla normativa regionale in materia di turismo, nonché negli altri immobili destinati alla locazione breve, situati nel territorio del Comune impositore.

Detti comuni sono stati individuati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Il menzionato art. 14 prevede, infatti, per Roma Capitale l’introduzione di un contributo di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive della città, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione alla loro classificazione fino all’importo massimo di 10 euro per notte di soggiorno.

Si deve altresì aggiungere che l’art. 1, comma 1129, della legge n. 145 del 2018 ha stabilito che anche il comune di Venezia è autorizzato ad applicare, per l’accesso, con qualsiasi vettore, alla Città antica e alle altre isole minori della laguna, il contributo di sbarco di cui al comma 3-bis dello stesso art. 4 del D. Lgs. n. 23 del 2011, alternativamente all’imposta di soggiorno di cui al comma 1 del medesimo articolo, entrambi fino all’importo massimo 10 euro per notte di soggiorno.

La dichiarazione deve essere presentata cumulativamente ed esclusivamente in via telematica entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui si è verificato il presupposto impositivo e, limitatamente all’anno d’imposta 2020, deve essere presentata unitamente alla dichiarazione relativa all’anno d’imposta 2021.

Confimprese Roma Capitale, Lamberto Mattei: “azioni costanti presso le CCIAA”

By | News | No Comments

ROMA – Durante la trasmissione di ieri su Istituzioni e Cittadini /Teleromadue canale 83, sono state trattate anche questa volta importanti tematiche relative al mondo delle imprese.  Il Dott. Lamberto Mattei, presidente di Confimprese Roma e Lazio ha risposto alle domande del giornalista conduttore Fabrizio Mastrorosato, con particolare attenzione all’azione per la tutela delle imprese.

Mattei ha spiegato il modus operandi di Confimprese che a 360 gradi cerca di dare risposte alle problematiche delle p.m.i. di Roma e del Lazio per il quale sussiste un coordinamento di azione presso le Camere di Commercio.

Con lui Giuseppe Sarnella presidente Confimprese Turismo Italia il quale ha tracciato un quadro esaustivo, chiaro e realista sulla necessità di intraprendere iniziative per il bene delle persone.

“Il ruolo di Confimprese – spiega Mattei alla stampa Nazionale – costituisce per Roma e per il Lazio un punto di riferimento. Opera da oltre venti anni in una rete sinergica particolarmente efficace. Sempre più intense sono negli ultimi anni,  le relazioni Istituzionali e più proficuo il dialogo costante con le Istituzioni. Siamo in campo in diverse occasioni su temi centrali per il retail, quali vendite promozionali, saldi, liberalizzazioni orari, riconoscimento operatori franchising e semplificazione. Inizia la collaborazione con ITA Agenzia per l’internazionalizzazione dei retailer italiani. Oggi Confimprese rappresenta oltre 450 marchi commerciali in tutta Italia, grazie all’azione propulsiva del nostro presidente nazionale Guido D’Amico”.

Ma per seguire la trasmissione in streaming di seguito al link:

 

Occupazione, Lamberto Mattei (Confimprese Roma): “serve equilibrio per la formazione giovanile”

By | Approfondimenti | No Comments

ROMA – Molteplici le tematiche trattate durante la trasmissione condotta dal giornalista Luigi Sambucini su “La Voce Tv” e che sarà trasmessa in chiaro questa sera Martedì 12 dicembre 2023  alle ore 21.10 su Extra Tv (canale 194). Il Dott Lamberto Mattei è intervenuto in rappresentanza di Confimprese Roma Capitale e nei suoi interventi ha espresso,la necessità di far corrispondere sempre adeguate proposte di soluzione alle singole problematiche. Il tema in trattazione è stato amplissimo, dal Pnnr, al Giubileo 2025, ed al fallimento di Expo 2023 nel contesto delle prospettive per la capitale romana.

Mattei ha centrato i suoi interventi sulla necessità di riqualificare la scuola, la formazione specifica per i giovani con lo scopo di indirizzarli ad opportunità di lavoro concrete. “Serve un equilibrio normativo anche per chi assume, un periodo di formazione necessario è di almeno due anni. Ed è proprio in questa fase che le norme devono intervenire in semplificazione”.

“Abbiamo il dovere – ha spiegato Mattei alla stampa nazionale – di approfondire queste tematiche, com Confimprese Roma Capitale siamo impegnati ogni giorno nella individuazione di specifici progetti che costituiscano una boccata di ossigeno per le imprese, con ricadute positive sul contesto occupazionale. Ci aspettano importanti sfide nella nostra città metropolitana, dobbiamo  però essere pronti a vincerle, e non basta solo la politica, serve la competenza tecnica”.

La trasmissione è stata molto interessante nel suo complesso, e può essere visualizzata cliccando sul link sottostante.

 

 

Giochi e scommesse, prosegue l’ascesa di successo per il libro di Mattei, Riccardi e Sacchetti

By | News | No Comments

ROMA – Prosegue l’ascesa per il successo del libro sul tema “Giochi e scommesse”, di cui sono autori: il dottore commercialista Lamberto Mattei unitamente a Stefano Riccardi e Lorenzo Sacchetti. Si tratta di una raccolta di nozioni, approfondimenti normativi su un tema particolarmente delicato e complesso su cui regnava troppa confusione. Si può parlare al passato perchè proprio con questo libro, si chiariscono molte criticità alle quali i professionisti fanno corrispondere adeguate proposte solutive. Molte le risposte che devono arrivare da una riforma legislativa settoriale, e l’opera è stata acquisita anche dal Ministero dell’economia e delle finanze, per una consultazione programmatica.

“Siamo soddisfatti – spiega il dottor Mattei – che il nostro lavoro venga così apprezzato, il libro è frutto di tanto impegno e ricerca e costituisce un punto di riferimento attualizzato nel settore dei Giochi e delle scommesse, ieri alla trasmissione su Teleroma due abbiamo trattato questo tema che è di grande e scottante interesse sociale e con risvolti economico finanziari, occupazionali, rilevanti”.

Di seguito la trasmissione integrale condotta dal giornalista Fabrizio Mastrorosato:

 

 

Lamberto Mattei nominato revisore unico del Cral Città giudiziaria di Roma

By | News | No Comments

Roma – Il dottore commercialista Lamberto Mattei è stato nominato Revisore Unico del CRAL Città Giudiziaria di Roma. Una importante organizzazione che agisce con concretezza sin dal 2014, data della sua costituzione. “Ringrazio il presidente ed il direttivo per la fiducia riposta nella mia persona – ha affermato Mattei – garantirò il massimo impegno professionale per il Cral, in piena consapevolezza del ruolo che riveste la Città Giudiziaria capitolina”.

Presidente è Franco Filoni, vice presidente Silvia Aceto, Segretario Anna Rita Benevento, Rolando Mangoni, Raffaele Cascino, Sonia Angeloni, Giuseppe Parise.

LA STORIA DEL CRAL – Il Cral venne istituito nel 2014 per iniziativa dell’attuale presidente,  quasi per sfida e sulla scia di esigenze avanzate dagli appartenenti alla Cittadella di ottenere nella sede lavorativa servizi ottimali ed esternamente momenti d’incontro. In poco tempo si costituisce un direttivo formato anche da altri  autorevoli magistrati.
Sin dall’inizio lo scopo del CRAL è stato quello di promuovere ed attuare tra gli associati, nell’ ambito delle proprie disponibilità finanziarie, attività concernenti l’espansione del tempo libero con facoltà di assumere, per conto e nell’ interesse degli associati medesimi, iniziative per scopi e finalità istituzionali che comunque non hanno comportato finalità di lucro.
Le prime iniziative di opportunità di incontri culturali , sportivi e ludici e l’organizzazione di viaggi di gruppo, mettono le basi di attività improntate alla solidarietà e al pluralismo, si pensa di mettere a disposizione degli associati diversificazione di servizi, nascono le collaborazioni nel tempo presso le sedi Cral con l’ Agenzia di viaggi Travelreview , il Patronato Epas, il CAF, il consulente medico legale Valentino Soranna e le società di assicurazione, si organizzano corsi di lingua Inglese e le attività sportive organizzando tornei di calcetto e di tennis. Ogni convenzione è pensata per rendere disponibile all’associato diverse forme di promozione : assistenziale, culturale , formative, e di tutela della salute ed in questa ottica si stipulano convenzioni ed accordi mettendoli a disposizione dei propri associati.
Il Cral dalla Città Giudiziaria, in breve tempo,  ebbe a raggiungere tutti gli uffici giudiziari di Roma al fine di ampliare la rete di associati, dando la possibilità di accesso alle convenzioni e servizi anche a persone esterne sia per familiarità che per attinenza lavorativa.
Il Direttivo Cral a coronamento del lavoro svolto fino ad ora istituisce momenti di incontri ed aggregazione e principalmente calendarizza due eventi ormai diventati appuntamenti fissi: la Festa di Natale e la Festa d’ Estate, permettendo agli associati dei vari uffici di incontrarsi e di relazionarsi in un clima di serenità e familiarità..
Il CRAL offre un’opportunità a chiunque ne avverta l’esigenza di mettere in campo le proprie energie, infatti per il raggiungimento degli obbiettivi prefissati , si avvale, in modo determinante e prevalente, delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti che anzi, intende ampiamente stimolare.
Siamo convinti che con il sostegno di idee e di fattiva operosità di tutti gli associati possiamo solo migliorare quanto da noi iniziato in questi ultimi cinque anni, offrendo iniziative sempre più diversificate fino al raggiungimento di nuovi condivisibili obiettivi.

 

Femminicidi e violenze, Lamberto Mattei: “urgono leggi severe per contrastare il grave fenomeno”

By | Approfondimenti | No Comments

Roma 19 nov 2023 – Urgono leggi severe per contrastare la violenza e i femminicidi, lo afferma il dottore commercialista Lamberto Mattei: “Siamo attoniti nel dover registrare ancora una tragedia come quella accaduta ieri nel Veneto. Una giovane ragazza in procinto di laurearsi ha visto spezzata brutalmente la sua vita, ed era in procinto di laurearsi.

La violenza di genere e i femminicidi rappresentano una piaga sociale diffusa in tutto il mondo, un fenomeno che colpisce le donne in maniera indiscriminata, trasgredendo i confini culturali, economici e sociali. Per affrontare questa emergenza, è imperativo che le istituzioni adottino leggi severe che fungano da deterrente e garanzia per la protezione delle vittime. In questo contesto, l’importanza di normative rigorose diventa cruciale per porre fine a un ciclo di violenza che continua a mietere vittime ogni giorno.

  1. Contesto attuale: La crescente consapevolezza riguardo alla violenza di genere ha portato molte società a riconoscere l’urgenza di affrontare questo problema con azioni concrete. Tuttavia, la realtà ci mostra che le leggi attualmente in vigore spesso risultano insufficienti nell’assicurare la giustizia e prevenire nuovi atti di violenza. Il fenomeno dei femminicidi richiede un intervento normativo immediato e incisivo.
  2. La necessità di leggi severe: L’adozione di leggi più severe è essenziale per creare un deterrente efficace contro la violenza di genere e i femminicidi. Le normative dovrebbero prevedere pene più severe per chi compie questi reati, garantendo che i responsabili affrontino le conseguenze delle proprie azioni in modo proporzionato alla gravità del crimine commesso.
  3. Protezione delle vittime: Le leggi devono anche concentrarsi sulla protezione delle vittime, offrendo misure di sicurezza adeguate e un sostegno psicologico tempestivo. È fondamentale creare un ambiente in cui le vittime si sentano incoraggiate a denunciare i crimini subiti, senza timore di rappresaglie o di essere ignorate dalle autorità competenti.
  4. Educazione e sensibilizzazione: Parallelamente all’implementazione di leggi più severe, è necessario investire in programmi educativi mirati a sensibilizzare la società sulla gravità della violenza di genere. La sensibilizzazione è fondamentale per promuovere una cultura di rispetto reciproco e per sradicare gli stereotipi di genere che alimentano comportamenti violenti.
  5. Collaborazione internazionale: La lotta contro la violenza di genere e i femminicidi richiede un impegno globale. La collaborazione internazionale può contribuire a condividere buone pratiche, esperienze e risorse, facilitando la creazione di normative più efficaci e una risposta più coordinata a livello mondiale.
  6. Monitoraggio e applicazione: L’efficacia delle leggi dipende anche dalla loro corretta applicazione e dal monitoraggio costante. È fondamentale garantire che le forze dell’ordine e il sistema giudiziario siano adeguatamente preparati per gestire casi di violenza di genere in modo sensibile e tempestivo.

In sintesi, l’urgente necessità di leggi severe per contrastare la violenza di genere e i femminicidi è un passo essenziale per proteggere le donne e porre fine a un problema che ha radici profonde nella società. Solo attraverso un impegno concreto da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso sarà possibile creare un ambiente sicuro e rispettoso per tutti, contribuendo così a costruire una società più equa e giusta per le generazioni future.