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Economia, risultati straordinari per il Co.fi.san, il direttore Pappalardo ringrazia il commercialista Lamberto Mattei

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Catania – Per l’importante attività del Consorzio Fidi Sanitario il bilancio è estremamente positivo. Un anno da incorniciare lo definisce il quotidiano “La Sicilia” che nel giornale di oggi dedica l’apertura alla prima pagina di economia domenicale. Nel corso della elencazione delle positività il direttore generale Andrea Pappalardo, ha espresso ringraziamenti poichè i risultati raggiunti sono stati possibili grazie ad uno staff d’eccellenza. In particolare Pappalardo ha rivolto i suoi apprezzamenti al dottore commercialista Lamberto Mattei per il suo proficuo lavoro che ha consentito per la sua competenza, unitamente agli altri professionisti citati, i risultati impensabili per i tempi correnti. “La gratificazione del direttore Pappalardo – afferma il dottor Lamberto Mattei – e l’ottimale situazione del Consorzio ci ripagano del nostro impegno profuso, si è potuto operare in un clima di fiducia costruttiva e questo è il metodo giusto per crescere anche in un periodo critico come quello che si sta vivendo, segno che la forza di squadre dirigenti formate da persone competenti e coordinati verso specifici obiettivi può dare grandi risultati. Auguro al Consorzio Fidi Sanitario un proficuo lavoro, e continuerò a svolgere il mio ruolo con crescente passione e dedizione per il bene della struttura”.

Co.Fi.San. è specializzato nel settore sanitario. È uno strumento di mutualita’ reciproca e solidale che attraverso un fondo rischi ha lo scopo di offrire ai soci le migliori condizioni di accesso ai finanziamenti. Opera inserendosi nel rapporto tra Banca e Struttura Sanitaria attraverso la stipula di apposite convenzioni con gli Istituti di credito e offrendo garanzie collettive alle Strutture Associate.

Il nuovo codice della crisi, rischi ed opportunità, convegno a Roma organizzato dal commercialista Lamberto Mattei

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Roma – C’è grande attesa per un interessante convegno organizzato e promosso dal dottore commercialista Lamberto Mattei – Studio Associato Sarcc di Roma.  L’appuntamento è presso la Camera dei Deputati il giorno 18 dicembre 2019.
“Il nuovo codice della crisi – rischi e opportunità per l’imprenditore e ristrutturazione aziendale” è il tema dei lavori che saranno trattati.
All’interno del Convegno l’ANIF – Eurowellness sarà presente e interverrà con il Presidente Duregon
che tratterà in particolare le seguenti tematiche:
−Problemi causati al settore dei centri sportivi italiani dall’evoluzione interpretativa ed applicativa
dell’Art. 4, comma quarto, D.P.R. n. 633/1972 nell’ambito dell’esercizio delle attività c.d.
“Istituzionali” delle Società Sportive Dilettantistiche, in particolare si intenderà aprire un focus
sulla corretta distinzione fra attività sportive esercitate con modalità commerciali ed attività
sportive definibili de-commercializzate in quanto annoverabili fra le attività esercitate da
“organismi” non lucrativi con fini esclusivamente istituzionali per effetto della vigenza dell’art.
90 Lg. n. 289/2002;
− Sintesi problemi causati dall’evoluzione interpretativa ed applicativa dei modelli di gestione dei
rapporti fra Associazioni Sportive /Società Sportive Dilettantistiche (ex art. 90. Lg. n. 289/2002) ed
i “Collaboratori Sportivi” (percettori dei compensi ex art. 67, comma 1 lett. m), del TUIR e D.Lgs. n.
81/2015), dalla nota Min. Lav. del 21 febbraio 2014 prot. n. 4036 e Circolare n. 1 del 2016 dell’I.N.L.,
avente ad oggetto: “società ed associazioni sportive dilettantistiche – vigilanza – indicazioni
operative”, ai giorni nostri;
− Focus: “Registro C.O.N.I. 2.0” – strumento fondamentale per confermare definitivamente “il
riconoscimento ai fini sportivi” delle associazioni/società sportive dilettantistiche, già affiliate alle
Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate ed agli Enti di Promozione
Sportiva.
− Impianti Sportivi: brevi cenni sella evoluzione applicativa ella normativa IMU – TASI in merito alle
aree dedicate dalle Associazioni e/o Società Sportive dilettantistiche, in maniera promiscua ad
attività istituzionali ed attività esercitate con modalità commerciali. Criteri di individuazione della
quota di proporzionalità.

Accrediti:

RSVP studiosarcc@studiosarcc.it

Specifiche del convegno:

Roma – Camera dei Deputati – Sala del Refettorio – Palazzo San Macuto

Via del Seminario, 76 – 00186 Roma

18 dicembre 2019

Accreditamento ore 14.00

Orario: dalle 14.15 alle 18.30

 

Titolo: “Il nuovo codice della crisi – rischi e opportunità per l’imprenditore e ristrutturazione aziendale”

MODERA il Dott. Lamberto Mattei

SALUTI ISTITUZIONALI

     dalle ore 14.15 -15.00

On.   Mauro D’Attis – Componente V Commissione (Bilancio, Tesoro e Programmazione)

On.   Paolo Barelli – X Commissione – Presidente della Federazione Italiana Nuoto

Dott. Fabio Refrigeri – Consigliere Regione Lazio

Dott. Enrico Cavallari- Consigliere Regione Lazio

Dott. Antonio Aurigemma – Consigliere Regione Lazio

Dott. Pino Palmieri Sindaco di Roscigno

 

CODICE DELLA CRISI D’IMPRESA E DELL’INSOLVENZA – IN ATTUAZIONE DELLA LEGGE 19 novembre 2017 n.             155.

  • sistemi di allerta e doveri degli organi di amministrazione e controllo;
  • le dinamiche aziendali ed i nuovi risvolti penali;
  • L’efficientemente dei processi gestionali come punto focale della riforma;
  • GDPR e crisi d’impresa: verso un sistema di gestione integrato basato sull’approccio ‘risk based thinking’.  

 

dalle ore 15.00-15.40         

     Avv.  Alessandro Coluzzi

Avv.  Prof. Vincenzo De Sensi – Studio De Sensi

     Avv.  Matteo Fortunati Università Unicesd-Uni Pegaso Assisi

     Avv.  Prof. Scavizzi Roberto – Presidente Provincia Roma Autonomi Partite Iva

 

LE CRITICITA’ DERIVANTI DELLA NOMINA DEL REVISORE UNICO ENTRO IL 16 dicembre 2019, A SEGUTO DELL’INTRODUZIONE DELL’ART. 14, C. 1 D.L. 14/2019;

OBBLICO PER LE S.R.L. NONCHE’ FONDAZIONI DEL TERZO SETTORE, ASSSOCIAZIONI RICONOSCIUTE E NON E SOCIETA’ SPORTIVE DILETTANTISTICHE. (ART. 14 D.L. 117/2017)

 

dalle ore 15.40-16.00

Dott.  Nicola Dabbicco – Commercialista e Revisore Contabile presso ODCEC Roma

Dott.  Rodolfo Iannotta – Commercialista e Revisore Contabile presso ODCEC Roma

Dott.  Silvia Pesaresi – Consulente Fiscale, Lavoro e Tributario- Studio Associato Sarcc

 

LE PIATTAFORME DI LENDING: UN NUOVO MODO DI FINANZIARE LE PMI

 

dalle ore 16.00-16.15

Dott. Domenico Santececca – Consulente Partner Strategy Innovation, già Direttore Centrale ABI e Vice Direttore Generale dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari.

 

     IL RUOLO DEI CONFIDI DOPO LA RIFORMA DEL FONDO CENTRALE DI GARANZIA

    

     dalle ore 16.15 – 16.35

Dott.  Zappulla Giovanni- Presidente Consorzio Co. Fi. San.

Dott.  Ariel Fadlun- Responsabile Area Roma Consorzio CO.FI.SAN

Dott.  Nazzareno Di Stefano – Presidente Associazione Aries Imprese

Dott.  Garassino Luca

 

FINANZA AGEVOLATA – START UP AZIENDALE, FINANZIAMENTI EUROPEI, FORMAZIONE GRATUITA ATTRAVERSO FONDI INTERPERSONALI, MICROCREDITO IMPRESE E DITTE INDIVIDUALI, FINANZIAMENTI AZIENDE, EURO PROGETTAZIONE E CONTRIBUTI PER ASSOCIAZIONI ED ENTI NON PROFIT;

    

     dalle ore 16.35-17.00

Dott.  Alessandro Bertolucci – Responsabile Finanza Agevolata Idea Service

Dott.  Marco Baffoni – Programma Garanzia Giovani ed AutoImprenditorialità – Agente Territoriale Microcredito Lazio

Avv.   Antonio Pulcini – Presidente C.I.L.P. ITALIA

 

PROBLEMATICHE FISCALI E DEL LAVORO NELLE ASSOCIAZIONI E SOCIETA’ SPORTIVE DILETTANTISTICHE:

  • L’EVOLUZIONE INTERPRETATIVA ED APPLICATIVA DELL’ART. 4, COMMA QUARTO, D.P.R. N. 633/1972 E MODIFICA ART. 90 LEG. N. 289/2002 NELL’AMBITO DELL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’ C.D. ‘’ISTITUZIONALI’’ DELLE SOCIERA’ SPORTIVE DILETTANTISTICHE;
  • SINTESI SULL’L’EVOLUZIONE INTERPRETATIVA ED APPLICATIVA DEI MODELLI DEI DI GESTIONE DEI RAPPORTI FRA ASSOCIAZIONI SPORTIVE/ SOCIETA’ SPORTIVE DILETTANTISTICHE (EX ART.90 LG. N. 289/2002) ED I C.D. ‘’COLLABORATORI SPORTIVI’’;
  • FOCUS REGISTRO C.O.N.I. 2.0.;
  • IMPIANTI SPORTIVI: BREVI CENNI SULLA EVOLUZIONI APPLICATIVA DELLA NORMATIVA IMU E TASI

 

dalle ore 17.00 – 17.30

Dott.      Giampaolo Duregon – Presidente Nazionale ANIF

Dott.ssa Doriana Sannipola – Commercialista e Revisore dei Conti

 

Dott.                     Caro Lucrezio Monticelli – Già Presidente Tar Sardegna

     Dott.      Michele Tozzi- – Consulente Fiscale, Lavoro e Tributario- Studio Associato Sarcc

 

IL RUOLO NAZIONALE DELLE (ASSOCIAZIONI DIFESA CONSUMATORI E AMBIENTE) A FAVORE DEI     CONSUMATORI E DEGLI UTENTI – LE NUOVE SFIDE DEL MARKETING ALBERGHIERO;

   

     dalle ore 17.30  – 18.00

Dott.  Carlo De Masi – Presidente Nazionale Adiconsum

Dott.  Antonio Guido – Delegato Pomezia – Federalberghi Roma

Dott.  Filippo Fordellone – Presidente Mutua PIMOS

Dott.  Alessandro Spalletta- Segretario Provincia Roma Federcontribuenti

 

CONOSCERE GLI ADEMPIMENTI PER IMPRENDITORI E PROFESSIONISTI AL FINE DI UNIRSI AD UNA RETE DI IMPRESA – APPLICAZIONE DELLA CODATORIALITÀ NELLE RETI DI IMPRESA – ANALISI DI UN CONTRATTO DI ASSUNZIONE-

   

    dalle ore 18.00 -18.20

    Avv.       Cristina Flati – Patrocinante in Cassazione

    Dott.ssa Mattei Federica

 

CREDITO D’IMPOSTA PER RICERCA E SVILUPPO (ART. 3 D.L. 23.12.2013 N. 145- L. 23.12.2014, N.190- L. 11.12.2016, N. 232 L.     31.12.2018, N.145 – CIRC. AG. ENTRATE 16.03.2016, N. 5/E – CIRC. AG. ENTRATE 27.04.2017, N. 13/E D.MISE 27.05.2015 – C.M. SVILUPPO ECONOMICO 9.02.2018, N. 59990):

  • QUALE VANTAGGIO COMPORTA;
  • ATTIVITÀ AGEVOLABILI;
  • A CHI SI RIVOLGE?

    

     dalle ore  18.20 -18.30

Dott.      Lamberto Mattei

Avv.       Walter Cillaroto

Dott.ssa Marzia Cerasaro

 

 

 

 

        CONCLUDE

 

    On. Mauro D’attis

    dalle ore 18.20-18.30

 

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Imu e Tasi, si avvicina la scadenza: chi deve pagare e chi è esente

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Il Mese di Dicembre è atteso per l’arrivo della tredicesima e regali ma anche di pagamenti ed esborsi fiscali. Uno degli adempimenti da non scordare (ovviamente per chi vi è tenuto) è quello che riguarda Imu e Tasi. Si avvicina infatti il termine per versare il saldo. L’ultima data utile per farlo è il 16 dicembre 2019. “Da sottolineare – spiega il dottore commercialista Lamberto Mattei –  che, anche per l’anno in corso, l’adempimento non riguarda la prima casa, che non paga né Imu né Tasi. Sono esclusi ovviamente dall’esenzione gli immobili di lusso, ovvero quelli classificati nei gruppi A1, A8 e A9.

 

Potrebbe comunque essere l’ultimo anno di vigenza delle attuali regole, perché dal prossimo anno si parla di cambiare le cose con il varo della legge di Bilancio. Al momento – conclude Mattei – è ’ prevista in pratica l’unificazione dei due tributi nella cosiddetta Nuova Imu.”

Ma cerchiamo ora di approfondire meglio alcuni aspetti in una ricerca dello Studio Associato Sarcc di Roma:

  • Per prima casa si intende comunemente quella in cui il proprietario e il suo nucleo familiare hanno la residenza e dimorano abitualmente. A voler essere più precisi quindi, quella in cui uno ha sia la residenza che il domicilio.
  • Le case di lusso sono quelle accatastate come abitazioni signorili (A1), ville (A8), castelli, palazzi artistici o storici (A9). Questi tipi di immobili, pur utilizzati come abitazione principale, non godono dell’esenzione da Imu e Tasi.

In linea generale chi non ha comprato o venduto casa nel corso dell’anno, può in definitiva limitarsi a ricopiare la dichiarazione del precedente modello di versamento. Nella maggior parte dei casi, infatti, non cambia l’importo pagato con la rata di giugno, dato che la stragrande maggioranza dei comuni non hanno modificato le aliquote. Per sicurezza è consigliabile fare comunque, a scanso di equivoci, una verifica sui loro siti.

Se marito e moglie sono residenti in due case site nello stesso comune, bisogna pagare l’imposta su uno dei due immobili. Ciò non vale per gli anziani con residenza in una casa di cura, a patto che la casa di proprietà non risulti data in locazione. Se un immobile è stato ereditato, e ancora ci abita il coniuge superstite, gli eventuali comproprietari non devono versare alcunché.

A questo proposito con gli emendamenti alla manovra si mira a una stretta contro le ‘finte prime case‘, in particolare nei luoghi di vacanza. Con la modifica proposta, ogni nucleo familiare potrà indicare una sola abitazione principale sulla quale non pagare l’Imu. L’obiettivo è quello intervenire sulle case turistiche, spesso considerate come abitazione principale a causa dello spostamento fittizio della residenza di uno dei due coniugi. Bisognerà vedere tuttavia come andrà a finire perchè in merito esistono parecchie perplessità anche nella maggioranza. Si teme di penalizzare, infatti, anche chi davvero ha la necessità di residenze diverse, per esempio, per motivi di lavoro.

  • Se la casa viene data in comodato d’uso (per viverci gratis insomma) a figli o genitori si ha diritto a uno sconto del 50 per cento. Il proprietario tuttavia deve possedere un solo immobile in Italia oltre alla casa di residenza. Può godere dello sconto se l’appartamento ceduto in comodato si trova nello stesso comune dove possiede la prima casa. E’ necessario inoltre che il comodato sia registrato regolarmente e figli o genitori siano anagraficamente residenti nell’immobile.

Dunque per concludere: se a giugno si è pagato il saldo, è ora necessario verificare se l’aliquota utilizzata sia rimasta la stessa anche a dicembre. In genere è così, ma se l’aliquota prevista dal comune è cambiata bisogna calcolare la differenza e pagarla.

Se invece a giugno si è pagato solo l’acconto bisogna fare la stessa verifica. Quasi sempre l’importo da pagare è lo stesso del mese di giugno, e dunque basterà ricopiare l’F24 di quel mese, barrando stavolta la casellina saldo. Altrimenti si dovrà pagare tenendo conto della differenza.”

Edilizia residenziale pubblica di Rieti, il commercialista Lamberto Mattei nominato nel collegio dei revisori dei conti

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Rieti –  Con provvedimento del governatore del Lazio dott. Nicola Zingaretti, la Regione ha proceduto al rinnovo del collegio dei revisori dei conti della Azienda Territoriale per l’edilizia residenziale pubblica di Rieti.

Il dottore commercialista Lamberto Mattei, founder dello studio associato Sarcc di Roma è stato pertanto nominato componente effettivo unitamente a Maria Pia Ferdinandi e Marco Stopponi. Supplenti sono stati nominati Domenico Iacovella e Laura di Rubbo.

Occhi puntanti sul meccanismo europeo di stabilità (Mes), cosa prevede la riforma

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Roma – Un meccanismo economico finanziario che sta tenendo alta l’attenzione dei mercati nazionali ed internazionali e che sta dividendo anche la politica. L’approfondimento del dottore commercialista Lamberto Mattei in una ricerca dello Studio Associato Sarcc in cui si cerca di focalizzarne ruoli ed effetti su una riforma importantissima per l’economia e per la finanza pubblica.

Il Meccanismo Europeo di Stabilità  è un’organizzazione intergovernativa dei paesi che condividono l’euro come moneta, ed ha il compito di aiutare i paesi che si trovano in difficoltà economica. È una componente molto importante dell’unione monetaria: serve a mettere in comune il denaro di tutti e a utilizzarlo nel caso in cui uno stato membro si trovi in difficoltà, visto che – condividendo la stessa moneta – le difficoltà di un paese possono avere conseguenze anche sugli altri. Il MES venne creato nel settembre del 2012 e portò al superamento di altri due fondi creati in precedenza allo stesso scopo (EFSF ed EFSM).

Il MES ha una dotazione di 80 miliardi di euro, pagati in maniera proporzionale all’importanza economica dei paesi dell’eurozona: con quasi il 27 per cento del capitale la Germania è il primo contributore, e con ogni probabilità non usufruirà mai degli aiuti. Inoltre, emettendo titoli con la garanzia degli stati che ne fanno parte, il MES può raccogliere sui mercati finanziari fino a 700 miliardi di euro. Questi soldi poi possono essere prestati agli stati in difficoltà, per esempio per ricapitalizzare i loro sistemi bancari. Gli stati che vengono aiutati dal MES, se rispettano alcune condizioni, possono ricevere anche l’aiuto illimitato da parte della BCE sotto forma delle famose OMT, un piano che di fatto permette l’acquisto senza limiti di titoli di stato del paese in crisi.

Per ricevere l’aiuto, uno stato deve accettare un piano di riforme la cui applicazione sarà sorvegliata dalla famosa “Troika”, il comitato costituito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale. Il piano di riforme di solito prevede misure molto impopolari, come taglio alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni, privatizzazioni, liberalizzazioni e flessibilizzazione delle leggi sul lavoro, allo scopo di rendere nuovamente sostenibili i conti pubblici. Fino a oggi Grecia, Cipro, Portogallo e Irlanda hanno usufruito di programmi di aiuto del MES.

Cosa prevede la riforma?
Il MES è stato apprezzato da molti, in quanto è il primo tentativo organico di dotare l’eurozona di un meccanismo per affrontare le crisi, e insieme alla BCE rappresenta la cosa più vicina a un “prestatore di ultima istanza”, cioè un’istituzione che presta denaro a chi non riesce più a ricevere prestiti. Ed è anche un concreto tentativo di rendere l’eurozona più economicamente unita e solidale. Ma le critiche nei suoi confronti non sono nuove, anzi, circolano fin dalla sua fondazione. C’è chi ritiene che l’ESM non sia uno strumento sufficiente, e attacca i programmi di riforme spesso draconiane che gli stati devono accettare pur di ricevere i fondi. Ma c’è anche chi muove l’accusa opposta, quella di fare troppo in cambio di troppo poco: in genere tedeschi e nord europei che temono che meccanismi come il MES incentivino i paesi periferici a spendere più di quello che possono, sapendo che saranno salvati con i soldi di qualcun altro.

La riforma del MES discussa a partire dal 2018 è un tentativo di accontentare tutti, e in quanto tale è il frutto di un compromesso tra le parti: per esempio i paesi più indebitati, come l’Italia, che volevano che le linee di credito precauzionali erogate dal MES (in gergo PCCL e ECCL) venissero concesse anche senza bisogno di sottoscrivere un accordo dettagliato di riforme impopolari. Nella versione finale questa modifica è stata accolta (per quanto riguarda la PCCL), ma è stata aggiunta un’altra condizione su richiesta degli stati più ricchi del Nord, che di fatto la rende inutile. Per avere una linea di credito, infatti, sarà sufficiente una lettera di intenti, ma solo per quegli stati che rispettano i parametri di Maastricht (10 stati su 19 membri dell’eurozona, Italia compresa, non potranno quindi utilizzare a loro vantaggio questa misura).

I paesi indebitati hanno invece ottenuto una vittoria nella trattativa sul “backstop” per il Fondo di risoluzione unico, un fondo finanziato dalle banche europee che serve ad aiutare istituti finanziari in difficoltà. Con l’introduzione del “backstop” il MES potrà finanziare il Fondo di risoluzione fino a 55 miliardi; le banche – soprattutto quelle della periferia d’Europa ma non solo – diventeranno così più sicure.

La terza modifica introdotta dalla riforma è invece voluta dai “rigoristi” del Nord Europa, e come tale non piace all’Italia (ma non solo a Salvini: anche il governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto di essere preoccupato, come il presidente dell’Associazione bancaria italiana Antonio Patuelli). Di fatto la riforma cerca di rendere più facile “ristrutturare” il debito pubblico di un paese che chiede aiuto al MES.

In altre parole, i privati che hanno prestato soldi agli stati in crisi dovranno perdere una parte del loro investimento nel momento in cui scatterà un pacchetto di aiuti. Uno dei sistemi per ottenere questo risultato è l’obbligo di emettere un particolare tipo di titoli di stato (i cosiddetti “single limb CAC”) che permettono una “ristrutturazione” (cioè una riduzione concordata del valore del prestito fatto allo stato) tramite un solo voto dei creditori, invece che con le procedure più complesse delle altre tipologie di titoli di stato. Questo vuol dire che un paese in difficoltà potrebbe restituire meno di quello che deve ai suoi creditori, che è una cosa buona; ma la cosa meno buona – e temuta – è che i creditori, sapendo di questa possibilità, finiscano per chiedere interessi più alti ai paesi che percepiscono più a rischio, come l’Italia.

Il rapporto della Banca Mondiale è allarmante: le imprese italiane sono le più tassate al mondo

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Roma –  Che le imprese italiane siano le più tassate non solo rispetto alle concorrenti europee, ma anche a quelle di tutto il resto del mondo lo sospettavamo ma ora purtroppo ne arriva la conferma ufficiale. “Ii dati del rapporto “Paying Taxes 2020” della  Banca Mondiale e PwC non lasciano alcuna ombra di dubbio sulle nostre preoccupazioni – spiega il dottore commercialista Lamberto Mattei – secondo lo studio approdato sulle cronache nazionali ed estere di canali economico finanziari ed analisti di economia politica è chiaro che  il carico fiscale complessivo sulle imprese sia al 59,1% dei profitti commerciali (era il 53,1% nella classifica precedente) a fronte di un “peso” globale del 40,5% ed europeo del 38,9%.

Nel rapporto – si legge nella ricerca dello Studio Associato Sarcc –  si spiega che l’aumento dipende dallo stop alla esenzione del 2016 dal contributo di previdenza sociale per i dipendenti neoassunti che non è stato successivamente stabilizzato.

Un altro dato negativo emerso dallo studio è che in Italia le imprese impiegano 42 ore per la richiesta di rimborso Iva, incluso il tempo speso per rispondere alle richieste ricevute nel corso delle verifiche fiscali dell’amministrazione finanziaria (18,2 ore la media mondiale; 7 ore la media a livello europeo).

“Il tempo di attesa del rimborso – viene spiegato – è di 62,6 settimane e copre un periodo di sei mesi (26 settimane) che intercorre tra l’acquisto del bene e la presentazione della dichiarazione Iva annuale (nel caso di studio condotto dal rapporto l’impresa non può richiedere il rimborso dell’imposta su base trimestrale). A livello globale il tempo stimato è di 27,3 settimane; a livello europeo 16,4 settimane. In Italia le imprese impiegano in media 5 ore per correggere un errore nella dichiarazione dei redditi, riportando un risultato migliore rispetto alla media mondiale ed europea (14,6 ore la media globale; 7 ore la media europea). La correzione di un errore nella dichiarazione dei redditi di per sé non comporta l’attivazione di una verifica fiscale e pertanto non vengono stimati i relativi tempi”.

“Per questi motivi  – conclude Mattei – siamo fortemente impegnati nella nostra azione di tutela delle imprese italiane ed i dati del rapporto non fanno altro che aumentare il nostro livello di preoccupazione per una situazione che tende a contrastare la crescita in ogni modo. Le tasse vanno ridotte e subito.

Autonomi e Partite Iva, il commercialista Lamberto Mattei nominato coordinatore regionale del Lazio

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Roma – Importante nomina per il dottore commercialista Lamberto Mattei, founder dello Studio Associato Sarcc. Il presidente dell’Associazione Autonomi e Partite Iva dott. Eugenio Filograna ha infatti conferito l’incarico ufficiale al noto professionista quale “Coordinatore della Regione Lazio“.

La decisione di affidare il coordinamento al dr. Mattei è stata intrapresa in pieno accordo con tutto il consiglio direttivo dell’associazione. Il dottor Mattei, sempre impegnato a tutto campo in questi ambiti, ha accettato la nomina ringraziando per la fiducia riposta nella sua persona. “Nella regione Lazio – ha spiegato Lamberto Mattei – agiremo in maniera tale da divulgare le iniziative dell’associazione e le azioni programmatiche ad amplissimo raggio raggiungendo i titolari di Partite Iva, ma anche chi suo malgrado si trova in stato di disocuppazione. Ma oltre a questo procederemo ad organizzare eventi di approfondimento, workshop per individuare le criticità facendo corrispondere per ciascuna di esse relative proposte di soluzione. Inoltre agiremo in sinergia con gli altri coordinamenti regionali al fine di promuovere gli obiettivi programmatici dell’Associazione ad ampio raggio ed in modalità proficua”.

Prevenzione usura: dal MEF ulteriori 24,2 milioni di euro per la concessione di prestiti

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Roma – Una misura degna di interesse è quella che si riferisce a piccole e medie imprese e famiglie a rischio sul tema della prevenzione usura. Una ricerca dello Studio Associato Sarcc di cui è founder il commercialista Lamberto Mattei evidenzia quanto segue: Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha messo a disposizione ulteriori 24,2 milioni di euro in garanzie statali per facilitare l’accesso al credito di imprese e famiglie a “rischio usura”. L’importo verrà erogato entro la fine dell’anno attraverso il Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura (istituito dalla legge 108 del 1996 presso il MEF) a 122 “Enti gestori”: 89 Confidi (consorzi di PMI), che riceveranno circa 17 milioni di euro e 33 Associazioni e Fondazioni impegnate nella lotta all’usura, che riceveranno circa 7 milioni.

Nel complesso, oltre ai 122 Enti per i quali è stata quest’anno deliberata la nuova erogazione, sono circa 200 i soggetti attivi, e con fondi ancora a disposizione, ai quali imprese e famiglie in difficoltà economica e a rischio di diventare vittime di attività criminali possono rivolgersi per richiedere le garanzie dello Stato.

Come negli anni scorsi, l’ammontare del Fondo è stato ripartito con delibera di un’apposita Commissione interministeriale (presieduta dal MEF) sulla base di una combinazione di indicatori che tengono conto dell’indice del rischio usura presente nell’ambito territoriale dove opera l’ente assegnatario, dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse dimostrata nel passato e della effettiva capacità di garantire l’accesso al credito.

Inoltre, si è stabilito di confermare, anche per questa nuova ripartizione, un contributo speciale agli enti delle aree dell’Abruzzo, dell’Umbria, del Lazio e delle Marche colpite dai terremoti del 2016 e del 2017.

Il Fondo, operativo già dal 1998, viene ogni anno alimentato, secondo un circolo virtuoso, dai proventi delle sanzioni amministrative antiriciclaggio.

Il Primo rapporto sulla gestione del Fondo è stato presentato presso il Dipartimento del Tesoro in occasione del  “Mese dell’educazione finanziaria”, lo scorso 4 Ottobre, e riporta le principali statistiche di utilizzo negli anni di questo strumento dimostrando la sua capacità di attivare positivamente i canali del credito in modo capillare e per prestiti anche di medio-piccolo importo (circa 50.000 euro in media per le PMI e 20.000 euro in media per le famiglie).

Terzo trimestre 2019: aumentano le partite Iva ma non è un indicatore di crescita

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Roma – Nel terzo trimestre del 2019 sono state aperte 101.498 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno si registra un incremento del 5,7%.  Un dato indicativo che merita comunque un approfondimento. La ricerca nei dettagli dello Studio Associato Sarcc del commercialista Lamberto Mattei fornisce dati certi da fonte ministeriale.

“Ma non bisogna certo cantare vittoria – afferma Mattei – in quanto l’incremento delle partite Iva può essere riferito proprio ad una carenza lavorativa per cui molti giovani sono costretti ad aprire la partita Iva per “fatturare” il proprio lavoro. E’ il caso di professionisti, o altre tipologie e quindi non è che si possa parlare di un segno di ripresa. Potrebbe essere l’inverso”.

La distribuzione per natura giuridica – si legge ancora nella ricerca – mostra che il 72,3% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,6% da società di capitali, il 3,2% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente il 2,5% del totale delle nuove aperture. Rispetto al terzo trimestre del 2018, le persone fisiche evidenziano un apprezzabile aumento (+8,3%), dovuto in particolare alle nuove adesioni al regime forfetario: nel periodo in esame 49.171 nuovi avvianti hanno aderito al regime (48,4% del totale delle nuove aperture), con un aumento del 30,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le forme societarie accusano invece un calo: -3,6% per le società di capitali e -4,9% per le società di persone. Da segnalare inoltre il notevole aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti (+44%), come già rilevato in altri trimestri, legato allo sviluppo della web economy.

Riguardo alla ripartizione territoriale, il 44,3% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,1% al Centro e il 33,2% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Piemonte (+16,2%), in Lombardia (+11,5%) e in provincia di Bolzano (+11,2%). Le diminuzioni più consistenti in Valle d’Aosta (-19,7%), Calabria (-3,6%) e Sardegna (-3%).

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 20,5% del totale, seguito dalle attività professionali (16,1%) e dalle costruzioni (9,2%). Rispetto al terzo trimestre del 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si segnalano nell’istruzione (+21,2%), nelle attività professionali (+16,2%) e nei servizi d’informazione (+13,6%). L’unico settore in flessione è la sanità (-5,8%).

Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità (maschi al 62,7%). Il 46% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, si notano incrementi di aperture crescenti all’aumentare dell’età degli avvianti: dal +17,1% della classe più anziana al +5,9% della più giovane.

Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 19,4% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.

Economia: Mattei: “Il rilancio passa anche per il Made in Italy”

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Roma – Nel contest di una globalizzazione amplificata della crisi finanziaria, negli ultimi dieci anni risulta sensibilmente cambiato il carattere dell’economia mondiale e quindi anche la morfologia socioeconomica dei territori italiani. Osserviamo però che a livello internazionamle il  Made in Italy nel mondo sta continuamente crescendo, come parallelamente sono ancora insufficienti le normative che tutelino efficacemente la produzione effettivamente fatte in Italia rispetto ad altri prodotti che si fregiano di questo etichettatura pur non avendone i requisiti, ma con un beneficio di marketing enorme.

Una recente ricerca dello Studio Associato Sarcc del commercialista Lamberto Mattei evidenzia “una Italia dove le imprese dei grandi marchi  hanno recuperato i livelli di fatturato pre-crisi e viaggiano oggi su margini migliori della media. Il fatturato generato dalle oltre 20mila imprese a marchio vale più di 165 miliardi di euro, il 60% del giro d’affari dei rispettivi settori. Fra i mercati più attrattivi, Prometeia ritiene che quelli con le prospettive di crescita migliori per il nostro export fra il 2020 e il 2023 siano India (+86%), Emirati Arabi (+39%) e Sud Africa (+29%). Miglioramenti consistenti sono attesi anche in Brasile (+28%), Australia (+25%), Sud Corea (+25%) e Messico (+22%).

L’interesse verso la nostra nazione testimonia nella concretezza,  l’attrazione di cui gode oggi il Made in Italy. È altresì evidente che nella nuova divisione del lavoro mondiale prodotta dalla globalizzazione le produzione standard ad alta intensità di manodopera non qualificata si è concentrata in Paesi emergenti e hanno abbandonato progressivamente i Paesi delle economie che erano già sviluppate come l’Italia. Un’altra situazione  che si sta fortemente caratterizzando negli ultimi tempi è la dinamica di acquisizione di aziende italiane con brand riconosciuti da parte di imprese e fondi esteri che sta cambiando le strutture delle governance che non sono più territoriali con tutti i rischi conseguenti di delocalizzazione delle produzioni.

È di palese evidenza pertanto che il futuro della manifattura italiana è legata a doppio filo alle quote del mercato mondiale che ricercano una qualità del prodotto che si innova costantemente. È un cambiamento epocale che richiede una risposta adeguata per salvaguardare e sviluppare tradizioni di competenze e manualità locali che potrebbero essere definitivamente perse abbandonando i territori della provincia italiana a un veloce e pericoloso declino socio-economico.”