Roma – Nel terzo trimestre del 2019 sono state aperte 101.498 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dello scorso anno si registra un incremento del 5,7%. Un dato indicativo che merita comunque un approfondimento. La ricerca nei dettagli dello Studio Associato Sarcc del commercialista Lamberto Mattei fornisce dati certi da fonte ministeriale.
“Ma non bisogna certo cantare vittoria – afferma Mattei – in quanto l’incremento delle partite Iva può essere riferito proprio ad una carenza lavorativa per cui molti giovani sono costretti ad aprire la partita Iva per “fatturare” il proprio lavoro. E’ il caso di professionisti, o altre tipologie e quindi non è che si possa parlare di un segno di ripresa. Potrebbe essere l’inverso”.
La distribuzione per natura giuridica – si legge ancora nella ricerca – mostra che il 72,3% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 21,6% da società di capitali, il 3,2% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente il 2,5% del totale delle nuove aperture. Rispetto al terzo trimestre del 2018, le persone fisiche evidenziano un apprezzabile aumento (+8,3%), dovuto in particolare alle nuove adesioni al regime forfetario: nel periodo in esame 49.171 nuovi avvianti hanno aderito al regime (48,4% del totale delle nuove aperture), con un aumento del 30,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le forme societarie accusano invece un calo: -3,6% per le società di capitali e -4,9% per le società di persone. Da segnalare inoltre il notevole aumento delle aperture da parte di soggetti non residenti (+44%), come già rilevato in altri trimestri, legato allo sviluppo della web economy.
Riguardo alla ripartizione territoriale, il 44,3% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,1% al Centro e il 33,2% al Sud e Isole. Il confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente evidenzia che i principali incrementi di avviamenti sono avvenuti in Piemonte (+16,2%), in Lombardia (+11,5%) e in provincia di Bolzano (+11,2%). Le diminuzioni più consistenti in Valle d’Aosta (-19,7%), Calabria (-3,6%) e Sardegna (-3%).
In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio registra, come di consueto, il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 20,5% del totale, seguito dalle attività professionali (16,1%) e dalle costruzioni (9,2%). Rispetto al terzo trimestre del 2018, tra i settori principali i maggiori aumenti si segnalano nell’istruzione (+21,2%), nelle attività professionali (+16,2%) e nei servizi d’informazione (+13,6%). L’unico settore in flessione è la sanità (-5,8%).
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità (maschi al 62,7%). Il 46% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 32% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, si notano incrementi di aperture crescenti all’aumentare dell’età degli avvianti: dal +17,1% della classe più anziana al +5,9% della più giovane.
Analizzando il Paese di nascita degli avvianti, si evidenzia che il 19,4% delle aperture è operato da un soggetto nato all’estero.