Roma 11 FEB 2019 – Ed ecco l’argomento più discusso nel panorama politico e produttivo a livello nazionale. Al di là delle proprie convinzioni personali e professionali, in questo editoriale ci soffermeremo specificamente sul testo di legge e su quanto l’Inps ha ufficialmente disposto l’applicazione delle normative di Reddito e pensione di cittadinanza. Un meccanismo che ora andrà testato, ma che comunque entra a far parte del meccanismo economico-finanziario-assistenziale della nostra nazione. Come primo step, dunque – spiega il commercialista Lamberto Mattei – cercheremo di fornire dati specificamente tecnici, salvo poi approfondire caso per caso.”
Cos’è il Reddito di cittadinanza?
È un sostegno per famiglie in difficoltà che mira al reinserimento nel mondo
del lavoro e all’inclusione sociale. Il beneficio economico viene accreditato
mensilmente su una nuova carta prepagata, diversa da quelle rilasciate per altre
misure di sostegno, cosiddetta “CartaRdc”.
Che differenza c’è con la Pensione di cittadinanza?
Le regole generali e di funzionamento della Pensione sono analoghe a quelle
del Rdc, ma si tratta di un sussidio economico rivolto alle famigliedi anziani in
difficoltà; la misura risulta più semplice in quanto non sono previsti
adempimenti legati al lavoro, ma è sufficiente la presentazione della domanda
per poter accedere al beneficio, avendone i requisiti. Le modalità di erogazione del
beneficio saranno definite in sede di conversione del decreto istitutivo.
ATTENZIONE: tutti i componenti del nucleo familiare e non solo il capofamiglia,
devono avere età pari o superiore a 67 anni. Se si è già beneficiari
del Rdc, la pensione decorre dal mese successivo a quello del compimento del
67° anno del componente più giovane. In tal caso, la trasformazione da Rdc a Pdc
operad’ufficio.
Chi può presentare domanda di Reddito e di Pensione di cittadinanza?
• Cittadini italiani e dell’UnioneEuropea
• Stranieri lungo soggiornanti (permesso di soggiorno a tempo
indeterminato) • Stranieri titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno
permanente, familiari di un cittadino italiano o dell’Unione Europea
(es. la moglie giapponese di un italiano)
Il richiedente deve essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi
2 anni in modo continuativo.
Chi non può presentare domanda di Rdc/Pdc?
Sono esclusi dal beneficio i nuclei familiari in cui siano presenti soggetti
disoccupati che hanno presentato dimissioni volontarie negli ultimi 12 mesi
dalla presentazione della domanda, fatte salve le dimissioni per giusta causa.
Come si può presentare la domanda diRdc/Pdc?
La domanda può essere presentata:
• in modalità cartacea, presso gli uffici postali avvalendosi del modello di
domanda predisposto dall’Inps, a partire dal 6 marzo 2019 (e da ogni
giorno 6 del mese). La domanda verrà inserita subito nel portale del
Ministero del Lavoro dall’operatore di sportello di Poste
• on-line, direttamente sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali tramite le credenziali
• la raccolta delle domande avverrà anche presso i Centri di Assistenza
Fiscale (CAF), dalla data e con le modalità che saranno successivamente
comunicate
Quali documenti occorrono per la domanda
di Rdc/Pdc?
Non occorre ulteriore documentazione, al momento della domanda bisogna solo
aver presentato la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) ai fini ISEE. Sarà l’Inps
ad associare l’ISEE alla domanda.
Quali adempimenti sono previsti dopo aver presentato la domanda?
Il Rdc è una misura volta a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e, quindi,
dopo aver presentato domanda, si deve:
a) attendere la comunicazione dell’Inps di accoglimento o rigetto tramite
e-mail e/o sms ai recapiti indicati dal richiedente nel Modello di
domanda
b) in caso di accoglimento, attendere la successiva comunicazionedi Poste
in cui viene fissato l’appuntamento per recarsi all’ufficio postale a ritirare
la Carta Rdc ed il relativo Pin. La carta sarà intestata al richiedente e non
è possibile avere più carte
c) entro 30 giorni dalla mail o da sms di Inps che comunica l’accoglimento
della domanda, tutti i componenti il nucleo devono rendere la
Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID)
Come si può rendere la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID)?
I componenti del nucleo devono rendere la DID entro 30 giorni dall’accoglimento
della domanda.
Al momento, la DID può essere resa:
• presso i Centri perl’impiego
• presso i patronati convenzionati conl’ANPAL
La dichiarazione potrà essere presentata anche sulla piattaforma digitale
dell’ANPAL cosiddetta SIUPL. Tale piattaforma è in corso di implementazione.
9 Tutti devono comunque rendere la Dichiarazione di
Immediata Disponibilità al lavoro(DID)?
No, sono ESCLUSI dalla presentazione della DID i seguenti soggetti:
• minorenni
• beneficiari del Rdc pensionati
• beneficiari della Pensione di cittadinanza
• soggetti di oltre 65 anni dietà
• soggetti con disabilità, come definita aisensi della legge 12 marzo 1999, n.
68 (ossia disabili con riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%,
accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile,
invalidi del lavoro con invalidità superiore al 33% accertato dall’INAIL,
non vedenti, sordomuti, invalidi di guerra), solo qualora non sia
previsto il collocamentomirato
• soggetti già occupati oppure che frequentano un regolare corso di studi o di formazione
Inoltre, i Centri per l’impiego possono ESONERARE dalla DID:
• i soggetti con carichi di cura (cosiddetti “caregiver”) qualora si occupino
di componenti familiari minori di tre anni o disabili gravi e non
autosufficienti (come definiti ai fini ISEE)
Chi ha redditi o patrimoni oppure percepisce trattamenti assistenziali, può comunque accedere
al Rdc/Pdc?
Sì. Il nucleo familiare del richiedente può possedere redditi e patrimoni, ma
entro i limiti previsti, come ad esempio:
• patrimonio immobiliare non oltre 30.000 euro, senza considerare la casa
di abitazione
• patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro, incrementabili in
base alla composizione delnucleo
Tutti questi requisiti sono verificati in automatico dall’Inps a partire
dall’ISEE presentato.
Per il possesso di beni durevoli, valgono le seguenti regole:
• No agli autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi
antecedenti la richiesta
• No agli autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, immatricolati
per la prima volta nei due anni antecedenti
• No ai motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati per la
prima volta nei due anni antecedenti
• Si agli autoveicoli e motoveicoli per persone disabili con
agevolazione fiscale
• No a navi e imbarcazioni da diporto
A quanto ammonta il beneficio economico?
Il beneficio economico sia per il Reddito di cittadinanza che per la Pensione è dato
dalla somma di una componente ad integrazione delreddito familiare (quota A) e di
un contributo per l’affitto o per il mutuo (quota B), entrambe calcolate dalla
procedura Inps sulla base delle informazioni rilevate dall’ISEE e presenti nel modello
di domanda. Nello specifico:
• La quota A, ossia l’integrazione al reddito, può arrivare fino ad un
massimo di 6.000 euro annui in caso di Reddito di cittadinanza (oppure di
7.560 euro in caso di Pensione) e viene calcolata tenendo conto del
numero e della tipologia di componenti il nucleo (es. maggiorenni e
minorenni)
• La quota B, in caso di locazione della casa di abitazione, non può essere
superiore a 3.360 euro annui pari a 280 euro mensili per il Rdc (oppure
fino ad un massimo di 1.800 euro annui pari a 150 euro mensili per la
Pdc).In caso di mutuo della casa di abitazione,la quota B è al massimo pari a
150 euro mensili sia per Rdc che per Pdc
In ogni caso, complessivamente, non si potrà percepire un importo inferiore a 480
euro annui.
Il valore dell’ISEE (Ordinario oppure ISEE Corrente, qualora presente) dovrà
comunque essere inferiore a 9.360 euro.
Come e quando avviene il pagamento?
Il beneficio Rdc è accreditato mensilmente sulla “Carta Rdc” (come detto, si
tratta di una carta prepagata diversa da quelle rilasciate per altre misure di
sostegno) a partire dal mese successivo a quello di presentazione della
domanda. Per la prima mensilità, la somma accreditata è utilizzabile, in caso di
Rdc, una volta ritirata la carta presso Poste nei tempi comunicati per
l’appuntamento. Per la Pensione di cittadinanza le modalità di erogazione
verranno definite in sede di conversione del decreto istitutivo.
Come si può utilizzare la Carta Rdc?
A titolo non esaustivo, la carta Rdc si può utilizzare per:
• fare alcune spese di beni diconsumo
• pagare utenze
• prelevare mensilmente contanti pari a 100 euro moltiplicati per la cosiddetta
”scala di equivalenza” che è un parametro in base al numero e alla
tipologia dei componenti la famiglia (es. se il parametro della scala di
equivalenzaè paria 2,1i l massimo che si può prelevare è 210 euro)
• effettuare un solo bonifico mensile per il pagamento del canone di
locazione della casa di abitazione del nucleo familiare
• effettuare un solo bonifico mensile per il pagamento della rata del
mutuo della casa di abitazione del nucleo
ATTENZIONE:la Carta Rdc non si può utilizzare per giochi che prevedono vincite in
denaro.
Per quanto tempo viene erogato il beneficio economico?
Il beneficio del Rdc è riconosciuto per la durata di 18 mesi ma occorre prestare
attenzione a non incorrere in cause che ne comportano la decadenza. Può
essere rinnovato per ulteriori 18 mesi previa sospensione dell’erogazione del
beneficio di un mese prima di ciascun rinnovo. La sospensione non è prevista per
la Pdc che quindisirinnova in automatico.
15 Se in corso di fruizione varia il nucleo familiare si
perde il beneficio?
Se il nucleo familiare varia rispetto a quello risultante dall’attestazione ISEE in
corso di validità è necessario ripresentare la DSU aggiornata entro 2 mesi dalla
variazione e anche una nuova domanda di Rdc/Pdc, pena la decadenza dal
beneficio.
ATTENZIONE: Qualora la variazione sia dovuta a nascita o decesso di un
componente occorrerà ripresentare solo la nuova DSU; non occorre rifare anche
la domanda
Il Rdc e Pdc sono compatibili con lo svolgimento di
attività lavorativa subordinata?
Sì. Il nucleo familiare può percepire il Reddito o la Pensione di cittadinanza anche
qualora tutti i suoi componenti sianolavoratori.
Tuttavia, in caso di attività lavorativa di uno o più componenti, se l’attività
subordinata è iniziata nell’anno 2017, nell’anno 2018, ovvero nei primi mesi del
2019 ed è in corso al momento di presentazione della domanda, occorre
compilare il modello Rdc/Pdc–Com, recandosi ai CAF convenzionati con le
proprie credenziali, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
ATTENZIONE: senza aver compilato questo modello la domanda non potrà
essere definita.
Se, invece, l’attività lavorativa subordinata è iniziata dopo la presentazione della
domanda di Rdc, e cioè nel corso di godimento del beneficio, le variazioni
devono essere comunicate all’Inps che valuterà le condizioni per la permanenza
del beneficio.
La comunicazione relativa alla variazione ed il relativo reddito viene inoltrata ad
Inps recandosi di persona ai Centri per l’impiego ovvero, quando sarà
istituita, attraverso la Piattaforma “SIUPL” entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
Rdc e Pdc sono compatibili con lo svolgimento di attività lavorativa autonoma
o di impresa?
Sì. Il nucleo familiare può percepire il Reddito o la Pensione di cittadinanza anche
qualora tutti i suoi componenti siano lavoratori.
Tuttavia, nel caso in cui uno o più componenti svolgano attività lavorativa
(autonoma o di impresa) iniziata nell’anno 2017, nell’anno 2018 ovvero nei
primi mesi del 2019 e in corso al momento di presentazione della domanda,
devono compilare il modello Rdc/Pdc – Com,recandosi ai CAF convenzionati, con
le proprie credenziali, entro 30 giorni dalla presentazione della domanda.
ATTENZIONE: senza aver compilato questo modello la domanda non potrà
essere definita.
Se, invece, l’attività lavorativa inizia dopo la presentazione della domanda di Rdc,
e cioè nel corso di godimento del beneficio, le variazioni devono essere
comunicate all’Inps che valuterà le condizioni per la permanenza del beneficio.
La comunicazione relativa alla variazione ed il relativo reddito viene inoltrata ad
Inps recandosi di persona ai Centri per l’impiego ovvero, quando sarà
istituita, attraverso la Piattaforma “SIUPL” il giorno 15 del mese successivo al
termine di ogni trimestre solare (es. entro il 15 aprile deve essere comunicato il
reddito del trimestre gennaio – marzo).
In caso di assunzione di un Beneficiario di Rdc è prevista qualche agevolazione per l’impresa che
assume?
Sì. Le imprese che assumono un beneficiario di Rdc nei primi 18 mesi di
fruizione del beneficio ottengono un incentivo sotto forma di esonero contributivo
non inferiore a 5 mesi e con un massimale di 780 euro mensili.
Rdc e Pdc sono compatibili con la percezione delle
prestazioni destinate agli invalidi civili?
Sì. Il nucleo familiare può percepire il Reddito o la Pensione di cittadinanza anche
qualora uno o più componenti siano percettori delle prestazioni destinate agli
invalidi civili. In tal caso Rdc/Pdc integrano nei limiti della soglia l’importo di tali
prestazioni.
In quali casisi verifica la decadenza dal Reddito di cittadinanza?
La decadenza del beneficio è previsto, tra l’altro, nel caso in cui:
• manca la dichiarazione di immediata disponibilità allavoro
• manca la sottoscrizione del Patto per il lavoro oppure del Patto per
l’inclusione sociale
• il componente/i non partecipa alle iniziative formative o di riqualificazione
• non viene accettata nessuna delle tre offerte di lavoro congrua
• non si effettuano le comunicazioni previste in caso di variazioni di
lavoro o del nucleo e non presenta la nuova DSU.
Che tipi di sanzioni sono previste e in quali casi si
applicano?
Nei casi più gravi, le sanzioni sono di carattere penale e comportano
la reclusione fino a 6 anni e ovviamente la revoca immediata del Rdc
e della Pdc, con anche l’obbligo di restituire tutto l’importo
percepito. Tali più gravi fattispecie riguardano coloro che rendono
dichiarazioni false o utilizzano documenti falsi, attestando cose non
vere ovvero omettendo informazioni dovute
È punito con la reclusione da 1 a 3 anni, colui che non comunica le
variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività
irregolari, nonché di altre informazioni che potrebbero comportare la
revoca del beneficio ovvero la sua riduzione
Nel caso di condanna definitiva il beneficiario sarà tenuto alla
restituzione di tutto quanto percepito indebitamente e non potrà essere
nuovamente ammesso al beneficio se non prima di dieci anni dalla
condanna
Se l’INPS accerta la non corrispondenza al vero delle dichiarazioni e
informazioni dichiarate revoca immediatamente il beneficio e il
beneficiario è tenuto alla restituzione di tutto quanto indebitamente ha
percepito.